Federica Candelise

Il circolo delle anime – Storie di crimini di famiglia” è il titolo del romanzo – edito da Rossini Editore – che segna l’esordio letterario di Federica Candelise, avvocato del foro di Cosenza, esperta in diritto di famiglia, penale di famiglia e criminologia.

Il romanzo fornisce un personale contributo dell’autrice alla prevenzione di fenomeni come lo stalking e le violenze intrafamiliari, tematiche al centro delle storie raccontate ed ispirate dalle situazioni di cui Federica Candelise si occupa a livello professionale da un po’ di anni.

Federica, come nasce l’idea di questo libro?

In realtà è nata un po’ per caso. Era da tempo che cercavo un modo più diretto, oltre ovviamente alla mia quotidiana attività di avvocato, per diffondere il più possibile un messaggio che io reputo fondamentale e che rappresenta il fulcro di questo libro: quando si vive una situazione familiare di pericolo (potenziale o concreto che sia) bisogna cercare in tutti i modi di affrontarla in tempo, prima che sia troppo tardi.
Da qui l’idea di realizzare qualcosa che potesse arrivare di più alla gente comune, con lo scopo di dare un mio modestissimo contributo per prevenire ed informare il più possibile su certi fenomeni ancora, ahimè, troppo diffusi. La violenza domestica si può e si deve combattere, ma tutti noi abbiamo il dovere di fare la nostra parte al meglio.

Come si concilia un lavoro impegnativo come il tuo con la passione di scrivere?

Quando si è motivati da sane e ambiziose passioni, anche qualche sacrificio in più diventa piacevole. Basta sapersi organizzare e programmare ed io per carattere tendo a programmare un po’ tutto, quindi non ho incontrato particolari difficoltà. Ci sono d’altronde diversi avvocati, magistrati, criminologi che si dilettano nella scrittura rendendola un valore aggiunto della propria professione. Questa sfida è stata esattamente così per me.

Quali le principali differenze tra la stesura di un’arringa e quella di un romanzo? Ti prepari allo stesso modo?

Beh l’approccio per me è sicuramente differente. Impostare la difesa di una causa necessita di particolare dedizione ed impegno: devi aggiornarti costantemente, rispettare tempistiche e scadenze precise e prevedere, per quanto possibile, le mosse avversarie. Nelle cause familiari poi, civili o penali che siano, l’aspetto psicologico gioca un ruolo fondamentale, perché i clienti ti affidano davvero la loro vita in mano e bisogna saperli ascoltare ed entrare in empatia con loro. Diventi una sorta di avvocato-psicologo.
Scrivere il romanzo invece, almeno per me, è stato molto più distensivo e rilassante perché i tempi e le modalità li ho decisi in totale autonomia, come una sorta di passatempo e senza alcuna scadenza precisa.

Se dovessi descrivere con tre aggettivi il tuo romanzo?

Educativo, avvincente, scorrevole.

Quali sono le tue influenze letterarie e cinematografiche?

L’elenco sarebbe davvero infinito, perché amo spaziare tra tanti generi diversi tra loro. Ma in tutta onestà non posso negare di avere una particolare passione per i gialli ed i thriller psicologici di autori come John Grisham, Michael Connelly, Joël Dicker. A livello cinematografico, Quentin Tarantino, David Fincher, Steven Spielberg, giusto per citarne alcuni. Un film in particolare però, che mi ha avvicinato molto al mondo dei conflitti familiari, è “Kramer contro Kramer”.

Progetti? Un nuovo romanzo già nel cassetto?

I progetti non mancano mai perché l’atteggiamento con cui cerco di affrontare le sfide e gli ostacoli che la mia professione, spesso, prevede è il seguente: senza fretta ma senza sosta. Sulla possibilità di una nuova pubblicazione chi lo sa, non la escludo. Per adesso in primis mi piacerebbe concentrarmi, compatibilmente con la mia principale attività di avvocato, sulla promozione di questa mia prima opera uscita da poco più di due mesi, magari diffondendola anche nelle scuole. In ogni caso il mio prioritario obiettivo resta sempre quello di fare del mio meglio per tutelare e difendere chiunque possa trovarsi in situazioni familiari delicate.